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Avevamo testato la AC2 nel (non troppo lontano) 2007 e sicuramente era stata una delle vele che ci avevano dato maggiori soddisfazioni dal punto di vista prestazionale, tanto da rimanere davvero sorpresi perché a quei tempi Point-7 era un marchio appena nato. Ovvio che il velaio, Peter Munzingler non è l’ultimo arrivato e la sua lunghissima esperienza ha trovato nell’avventura P7 un capitolo di assoluta eccellenza grazie alla collaborazione con uno dei più forti atleti italiani, Andrea Cucchi, il che spiega abbondantemente come un marchio sul mercato da pochissimi anni possa spadroneggiare nelle competizioni. La cosa da sottolineare a questo proposito è che i risultati sono arrivati si da Andrea Cucchi ma non solo da Andrea Cucchi, a conferma della solidità del progetto (e della bravura degli atleti ovviamente!!) .
La AC2 è la sorella minore della vela race/slalom pura di casa P7, da cui eredita le caratteristiche di potenza, velocità e stabilità di profilo. Rispetto al mostraccio da gara perde due camber e acquista facilità di utilizzo e manovrabilità, facendone la prima scelta per l’amatore esigente o per chiunque cerchi prestazioni elevatissime senza spingersi al’estremo di un modello da competizione.
La vela è facilissima da armare (dimenticatevi il discorso camber, è come non averli) e decisamente bella da vedere: oltre all’ormai consueto monofilm nero del corpo, quest’anno P7 ha introdotto un bel monofilm arancione per la finestra che oltre ad essere molto azzeccato insieme al giallo e al nero del resto della vela è davvero comodo quando hai il sole in faccia. Belle anche le versioni rossa e bianca, ma noi preferiamo quella gialla!
Della AC2 2007 in particolare ci era piaciuta la dose superiore di potenza, la facilità di controllo e la velocità elevatissima che sapeva esprimere. Difficile a quel tempo immaginare dei miglioramenti ad una vela che ci era sembrata davvero perfetta nel suo range di utilizzo.
Al momento di testare in acqua il modello 2009 perciò ho dovuto concentrarmi più del solito perché davvero volevo capire se e cosa era migliorato (o peggiorato, non si sa mai!!) rispetto al modello di due anni fa. Il tutto è stato reso più difficile dalla disparità di condizioni dei due test: mentre nel 2007 infatti c’era vento leggero, quest’anno una bella bora ha soffiato tutto il pomeriggio con raffiche ben oltre i 20 nodi e le metrature testate (7.2/7.7) erano entrambe se non eccessive di sicuro belle abbondanti.
La sensazione iniziale è stata praticamente la stessa del 2007: accelerazione bruciante, velocità di punta da cardiopalma e grande, grande controllo sia sotto raffica che nelle andature più “tirate” (tipo un bel lascone su un chop che sembrava onda). In combinazione con tavole slalom la AC2 davvero riesce a tirar fuori il meglio, sia dalla tavola che dal surfista. Rispetto alla versione 2007, l’impressione, forse anche a causa del vento più forte durante il test, è stata che la vela 2009 abbia una capacità decisamente più spiccata di sventare sotto raffica accelerando se possibile ancora di più della 2007. Mi ha dato una sensazione più “loose” nelle mani, come se la vela “tirasse” meno nel senso dello sforzo richiesto per controllarla trasferendo meglio il vento alla tavola e trasformandolo in velocità senza quasi “passare” per i muscoli del surfista. Se dovessi fare un esempio, direi che è stato come provare lo stesso modello di auto ma con più cavalli, vai forte senza accorgerti. Si è, a mio avviso, smorzato parte di quel tiro bestiale di cui parlavamo nel test della 2007 mantenendo però le prestazioni intatte se non aumentandole. Insomma, si va più forte e si fa meno fatica, una vera meraviglia!!!
L’outline generale è cambiato leggermente rispetto ai modelli degli anni precedenti, ma resta la connotazione squisitamente race e un profilo bilanciato sia a livello estetico che a livello pratico. Uno dei punti di forza dell’AC2 2009 infatti è la sensazione di grande equilibrio sulle braccia, non eccede mai né sull’albero né sulla bugna mantenendo il centro velico estremamente stabile sia nelle raffiche che nei buchi. Una volta in assetto si neutralizza totalmente e puoi dimenticartela concentrandoti esclusivamente sull’andatura fino al momento di manovrare.
In manovra si comporta bene, con una maneggevolezza elevata ma pur sempre negli standard di una vela di questo tipo (leggi: non è una vela freestyle, per i miracoli alla P7 si stanno ancora organizzando) e anche la rotazione dei due camber non presenta particolari problemi, ci sembra anzi migliorata rispetto alla 2007.
Insomma, dopo un paio di bordi ho ritrovato la AC2 che tanto mi era piaciuta due anni fa con in più una serie di optional da non sottovalutare. Come già detto nel test precedente, quello che ci piace di questa vela è che si tratta di un attrezzo sostanzioso, che soddisfa, che regala adrenalina, che sfodera prestazione. Non insomma un bel compitino di marketing ed estetica, è roba solida che si tocca con mano a terra, nei materiali, e con tutto il corpo in acqua, volando senza limiti.
Ovvio che il rider di riferimento è un surfista avanzato/esperto in cerca di prestazioni di punta in termini di velocità, tiro e controllo, non certo un principiante, un intermedio o un amante delle manovre o del wave, ma questo credo sia scontato, uno non va a comprare un abito scuro per giocare a basket. E’ impegnativa come tutte le vele di questo tipo ma quel che ti dà in cambio vale di certo lo sforzo che richiede, garantito.
Difetti? E’ proprio dura trovargliene uno……ah si…ecco! E’ un po’ lunga di boma e il Cucchi ci ha beccato mentre cercavamo di imboscarla con nonchalance sotto la muta, alla fine ci è toccato rendergliela…..
Le foto chiedete? Ehhhmmm..abbiamo avuto un incidentino....quelle di questa vela le abbiamo perse!! (oooppss.....sorry...) Le trovate sul sito del produttore, www.point-7.com
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