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2) TRIM
Eccoci dunque alla parte meno ludica della faccenda: il trim della vostra nuova (o quasi) vela race o slalom. vela circa 20/30 cm. all’interno all’altezza del camber stesso e poi ricazzare tutto COMINCIANDO DALLA BUGNA, che “fissa” i camber e non li fa più scappare dalla loro sede.
Vi consiglio innanzitutto se fa caldo di mettervi all’ombra: non pensate di cavarvela in 5 minuti….
Dicevamo che tutte le vele race (da qui in poi, con il termine “race” raggruppo sia le vele race che le slalom) sono dotate di camber. A meno che non siate felici proprietari di una delle nuove Neil Pryde RS 4, che hanno una procedura particolare da seguire chiaramente illustrata nel manuale allegato, tutte le altre vele si armano né più né meno che come una vela senza camber. Fate passare l’albero già nei camber, poi il boma e via. Okkio a non fare troppe grinze al monofilm, se no poi ride il velaio..
I problemi che potrebbero sorgere sono principalmente legati ai camber: è cosa nota, infatti, che dopo aver armato tutto ben benino e sudato sette camice, mentre cazzate quel centimetrino in più il caricabasso uno dei camber salta fuori dall’albero. Segue adeguata imprecazione.
E qui attenzione attenzione, il gioco lo fa principalmente la tensione della bugna e in secondo luogo il caricabasso. Mi spiego: la logica, se i camber tendono a saltar fuori sull’albero, sarebbe di mollare la bugna per farli “spingere” di più. Se poi ne salta fuori qualcuno a vela già armata, per rimetterlo al posto la tentazione è di cazzare molto la bugna (“tiro” la vela dalla bugna, così la “stacco” dall’albero e rimetto il camber).
Errore! Più la bugna è cazzata, più i camber spingono contro l’albero e diventano “duri”, sia durante la fase di armatura della vela, sia in fase di rotazione una volta in acqua. Stesso discorso, anche se in maniera più blanda, vale per il caricabasso.
Dunque, se esce un camber la procedura corretta è mollare la bugna, mollare un po’ il caricabasso, far tornare a posto il camber facendo pressione con una mano sul camber e con l’altra sulla
Regolate boma e prolunga rigorosamente secondo le misure indicate sulla vela, senza eccezioni. Se avete dubbi sulla misura del boma, sappiate che va misurato dall’interno della maniglia (cioè dal lato del “cerchio” che avvolge l’albero più vicino alla maniglia) alla bugna, quindi la misura comprende il diametro dell’albero.
3) FINE TUNING (che parolone, eh?)
L’inglesissimo “fine tuning” per la vostra schiena di “fine” non ha un bel niente, a meno che non lo leggiate in italiano e che quindi la cosa decreti il termine di non ritorno della vostra zona lombo-sacrale. 4) LA PINNA
Infatti senza ombra di dubbio noterete che per quanto vi siate sforzati nel tirare la scotta del caricabasso ci sono ancora 3 o 4 cm di aria tra la base della prolunga e la carrucola della vela (a proposito, avete una prolunga con 3 rinvii vero? Non è che pensate di cazzare una vela race con due giri di scotta, spiritosoni?). Guardando la vela, che sarà avrà già la balumina oltremodo molle e farà pieghe fino al terzo ferzo, di sicuro penserete che la vela è già troppo cazzata e che le misure indicate non sono corrette. E di nuovo vi sbagliate, perché quando pensate che la vela sia abbastanza cazzata è il momento di far scendere la carrucola altri due o tre centimetri. In pratica, per farla breve, la carrucola deve arrivare al massimo a un centimetro dalla base della prolunga (poco vento) o proprio in fondo (medio vento) se non addirittura oltre (molto vento, prolunga 2 cm in più della misura indicata e un cm di aria tra carrucola e base). In quest’ultimo caso, occhio che se si spacca un albero da 700 euro a un pro c’è lo sponsor che gliene allunga un altro, nel nostro caso si lavora un mese…
Il che è facile a dirsi ma molto meno a farsi, soprattutto quando le metrature diventano importanti. Per le vele grandi è praticamente necessario possedere un attrezzo per cazzare la vela, comunemente chiamato “cricco”, che consiste o in “braccio” che fa leva e vi aiuta a guadagnare gli ultimi centimetri o in una manovella (detta “hala-hala”, www.hala-hala.com ma si trova anche in Italia!).
L’operazione è comunque faticosa e c’è anche un altro problemino: le vostre belle scotte “normali” non reggeranno assolutamente un’operazione del genere su vele grandi. Procuratevi dei cavi in spectra o preparatevi a vedere cadaveri di scotte peggio che a Cartagine dopo che erano passati i romani.
Come vi sentite? Distrutti? Ve l’avevo detto di mettervi all’ombra….
A parte gli scherzi, fate le vostre prove in acqua con vari settaggi del caricabasso nelle diverse condizioni ricordando ovviamente che più vento è uguale a vela più cazzata, mentre vi sconsiglio di giocare con la bugna oltre il centimetro o due rispetto alle misure indicate e comunque sempre in meno visto che le suddette misure sono di norma le misure massime consigliate.
Ora siete pronti per andare in acqua, posizione del piede d’albero e altezze del boma seguono le stesse regole di qualsiasi free-ride.
Come dite? La pinna? Ah certo, ci vuole una bella pinna. Non inventate l’acqua calda, chiedete sempre allo shaper (se possibile) o alla casa madre le misure e l’area consigliate, mica l’avete progettata voi la tavola…
Di solito per uno slalom con range di vele diciamo dalla 5/5.5 alla 7/7.5 bastano due pinne indicativamente 34 e 38 o giù di lì. La più piccola sarà più veloce ma la tavola planerà dopo e viceversa. Lo spin-out non c’entra nulla, se vi capita controllate la vostra posizione sulla tavola e solo dopo esservi accertati che sia corretta imprecate contro la pinna: è colpa sua in un caso su cento.
Per quel che riguarda la rigidità della pinna, più è rigida più va forte ma rende la tavola più nervosa e difficile da strambare. Inoltre una pinna davvero rigida dà molto lift, che significa che in condizioni di soprainvelatura la tavola tenderà a “decollare” rendendo impossibile il controllo.
Anche in questo caso, prima accertatevi di far quel che serve per evitarlo, il decollo… vedremo più avanti come.
E siamo arrivati in acqua, da qui in poi inizia il divertimento, ma non ho capito, state uscendo con uno slalom o con un formula? Il terzo articolo parlerà di questo! |
