Dal mio punto di vista rappresenta la tavola ideale per chi ama divertirsi con un buon range di venti con condizioni di acqua piatta, chopposa e/o piccola onda. La sconsiglio con onda più formata in quanto a causa della sue dimensioni risulta difficilmente gestibile.

 Io principalmente uso la tavola, con enorme soddisfazione, sui maggiori laghi del nord e durante il periodo invernale sulla riviera ligure, trovando il massimo entusiasmo nell’acqua piatta di Voltri e nel chop di Noli. In queste condizioni la tavola da il meglio di se; plana immediatamente, manovrabilissima e divertente per nei long jump.

La mia xcite ride l’ho abbinata con le seguenti vele e credo di avere trovato, ovviamente per le mie capacità, l’esatto equilibrio;

 vela zone 5,3 del 2005 per giornate decisamente ventose; usata a Marsa Alam e Liguria. Voto abbinata 8

vela challenger 5,9 del 2002 per venti medi; è il binomio perfetto. A Torbole il 90% delle volte con l’ora e raramente con la Breva del lago di Como. Voto abbinata 10

vela rrd 8.0 del 2004 per venti leggeri; usata principalmente sul lago Maggiore con la Tramontana del mattino o Pino Tronzano con l’inverna del pomeriggio. Voto abbinata 7

 La tavola in questione, anche in condizioni di sovrainvelatura risulta essere sempre ben equilibrata e molto manovrabile; ovviamente aumentando la metratura velica, la tavola necessità di una pinna adeguata intorno ai 40 cm per non incorrere in grandissimi spin-out. Io utilizzo la pinna che fornisce la JP per la vecchia 130 litri (anno 2002). Discorso diverso invece per vele più piccole che vede protagonista la pinna di serie (35).

 La JP xcite ride è dotata di 4 comode straps, con la possibilità di cambiare la posizione di questi ultimi più avanti o più indietro; mi sembrano di ottima fattura, resistenti e nello stesso tempo molto confortevoli. Le straps, ovviamente, si possono allargare o stringere a proprio piacimento.

 Forse l’unico neo di questa tavola, versione fullwood, è proprio la delicatezza; le spiagge dei nostri laghi sono formate da ciotoli di tutte le dimensioni e, appoggiandola con una certa decisione, si rischia di incorrere in spiacevoli “sbeccature”, facilmente rimediabili, però, con i maggiori bi-componenti in commercio.

La prua essendo tagliata risulta essere meno esposta ad eventuali catapulte, anche se, bisogna prestare una certa attenzione.

Il prezzo di listino si aggira sui 1300 euro, decisamente un prezzo importante, ma considerate di avere tra le mani la ferrari dei freeride; in ogni caso con circa 300 euro in meno si può prendere la tavola più economica, composta in epoxy, oppure, qualche splendido usato da qualche scuola nei mesi post estivi.