Starboard I-Sonic 111

Chi mi ha visto in spiaggia a Gera ultimamente non sa che se ero sdraiato sotto la tavola abbracciandola e sbaciucchiandola col risucchio all'altezza della valvola (una scena hard vera e propria), non lo stavo facendo per una degenerazione sessuale nei confronti delle tavole che provo, ma perchè stupidamente avevo lasciato la valvola aperta nella foga di provarla....

LA SOBRIA ECCELLENZA

 

LUNGHEZZA

 236 cm

LARGHEZZA

68,5 cm 

VOLUME

111 

PESO

6,4 kg 

VELE UTILIZZABILI

5,8-9.0 

RANGE DI PINNE

32-48 

PINNA SERIE

PREZZO LISTINO

1.700€ 

 

Ci dicono

The Maximum Efficiency concept is the key. Massive wind range, massive user range, maximum top end speed, maximum average speed, unbeatable overtaking ability and the quickest acceleration out of jibes: these are the criteria to achieve maximum efficiency. How to achieve it? The largest R&D team with a wide variety of body weights: the iSonics 2010 were developed by Tiesda You, Svein Rasmussen, Remi Vila, Sven Akerboom, Kevin Pritchard, Cyril Moussilmani, Jimmy Diaz and Jim Drake. From 60kg to 95kg, from PWA Champions to your average freerider, no iSonic prototypes are validated unless all eight designers approve.They need to be the best for the best, and the best for the rest. The technical advantage: with Tiesda and Jim's engineering background that covers various aspects of mechanics, fluid dynamics and material science, Starboard can blend theoretical knowledge with feedback from on-the-water testing that gives a blend that no other brand can match. The famous low-nose concept, the wide-tail design, the high-aspect ratio planing surfaces and the extra thin shapes have all come from theoretical analysis. Today, these have become benchmark features in modern slalom design.

 

Al Tatto

Chi mi ha visto in spiaggia a Gera ultimamente ha già mandato le foto a Corona per cercare di ricattarmi...ma non sa che se ero sdraiato sotto la tavola abbracciandola e sbaciucchiandola col risucchio all'altezza della valvola (una scena hard vera e propria), non lo stavo facendo per una degenerazione sessuale nei confronti delle tavole che provo, ma perchè stupidamente avevo lasciato la valvola aperta nella foga di provarla.... Questo non vuole dire che ad una tavola del genere non si debba dare la giusta considerazione....la classe lo esige e procedo con ordine. Il nuovo Isonic è l'evoluzione del modello 2009, già super performante e super blasonato a livello di ranking mondiale. La nostra prova come sempre non vuole dare nessun consiglio ad atleti e tecnici, ma qualche suggerimento ai surfisti comuni (anche bravi) che potrebbero utilizzare questo mezzo per primeggiare sul proprio spot o per qualche gara amatoriale. Si nota subito un bordo da metà tavola indrietro ai limiti dell'arma impropria, tanto è affilato, il nuovo disegno dei cut frutto di molti esperimenti, il profilo assottigliato a poppa da un taglio deciso. Per il resto la tavola appare estremamente rigida e leggera, corta come sempre ma con una prua meno tagliata del solito. Di profilo si capisce subito che la prua servirà poco in andatura, il volume è arretrato e la prua è concava e sottile. Le dotazioni sono ottime....anche la pinna....ma no la pinna non c'è!!!! Nel senso che non è fornita di serie ma con un'accoppiata abituale è previsto un modello di Deboichet custom, del costo di circa 200€ + IVA. Ma si sa, anche questo è vero, che chi vuole utilizzare al top l'Isonic normalmente snobbava la pinna di serie per farsi mandare dall'Australia o da Maui mirabolanti pinne custom che costano quasi uno stipendio.
Io non la provo con la Deboichet custom arancione, ma con la Drake 40 cm, disegnata comunque da Deboichet, comunque una bella pinna.
La carena è quasi piatta, una conferma dalla versione 2009. Rispetto al 122 provato nel 2007 lo troviamo più lungo e con piccoli accorgimenti che ne ampliano il range di utilizzo.

 

Salta all'occhio

La Tavola è bella, ma di una bellezza sobria, la versione carbon Wood ha poche zone con il legno a vista, ad es sotto il Tiki, ma con molto carbonio sverniciato a vista, la carena è grigia con solo qualche zona sverniciata che lascia intravedere il marrone del wood. Fondamentalmente la grafica non è cambiata da anni, solo piccole differenze, caratteristica che si possono permettere solo i leader, gli altri sono costretti spesso a modificare tutto per cercare di recuperare quote di mercato. Non ha certo un look aggressivo, ma rassicurante. Ci rassicura che questa tavola è quella che si vede primeggiare in acqua da anni.

Alla prova

Avevo già provato Isonic in passato, ma mai testato per bene, sono sempre stato un pò intimorito dalle macchine da corsa, e adesso che un pò di febbre da velocità mi ha contagiato, ho pensato che fosse giunto il momento per fare il salto di qualità. Alla partenza il timore reverenziale si scioglie in soddisfazione quando scopro che il realtà la tavola parte bene in planata, basta una spinta più decisa di corpo e vela e inizia a volare raggiungendo subito buone velocità. Il fatidico piede posteriore si riesce ad inserire bene a patto di non fare movimenti inconsulti, e l'andatura è tirata e semplice al tempo stesso...sembro un pro ingarellato a palla. In realtà con i venti minimali conviene tenerlo fuori il piede....perchè così facendo si fa una planata lenta ma costante anche nei buchi più lunghi, mentre se sono in posizione perfetta, devo essere estremamente veloce a togliere il piede per non straozare brutalmente. Ma se sono in planata....non ce n'è la posizione è quella....belli verticali sulla tavola e con la vela bella chiusa sulla tavola. In questa andatura, di bolina o di lasco che sia, la tavola vola leggera sul chop, senza traumi, anche la prua corta non spaventa più quando si è preso coraggio nei lasconi. La pinna è leggermente piccola per chi è abituato a spingere molto sul piede di poppa...il che vuol dire che o si prende una pinna più grande se si privilegia l'andatura di bolina, o si impara ad essere più leggeri sul piede posteriore. La tavola stramba bene se si sa eseguire la strambata race, non saltella anche tra il chop. La virata richiede doti di prontezza e dinamicità, ma il volume e la larghezza ci vengono in aiuto. Appare evidente che la tavola è etremamente polivalente, nell'ambito ovviamente delle surfate veloci, adatta ad un uso nei venti minimali con la 9 metri e ancora attaccata all'acqua con la 6 metri....naturalmente camberata, perchè le migliori prestazioni si hanno proprio con questa tipologia di vele. In realtà non ho fatto ancora il mio record personale, per toccare i 30 nodi e oltre non basta saper planare e mantenere la planata...occorre essere decisamente soprainvelato, e avere le palle per continuare quando tutti gli altri corrono a cambiare vela....ma vi terrò informati, per il momento non ho ancora trovato il vento giusto!! Della serie : la tavola è facile e adatta a molti, anche non atleti, ma se la si vuol far andare forte, bisogna esserlo.
Contro? In acqua non molti...a terra il prezzo, alto considerando che manca anche la pinna....ma si sa, le Ferrari costano.....

LOOK

FINITURE
DOTAZIONE

PARTENZA
PLANATA

VELOCITA’ MAX

BOLINA

FACILITA' D'USO

STRAMBATA

VIRATA

SALTI
MANOVRE

VENTO DEBOLE

VENTO FORTE

3 3,5 4 4  3 3 3,5 3 2 4 4

VOTAZIONE MEDIA:3,36

Adatta a:

  • Surfisti di medio/alto livello che vogliono un prodotto al top delle prestazioni.
  • Per chi vuole superare i propri limiti
  • Surfisti  col portafoglio pieno.

Devil's Corner:

P.1 Uno slalom vero e puro, ma accessibile....
P.2 Lo proviamo anche con la mia 9?
P.1 veloce e polivalente....
P.2 faccio un giro???
P.1 Carbonio e legno fusi per il piacere della navigazione....
P.2 Se vuoi portartela a letto la prossima volta non c'è bisogno della finta della valvola!!!!!!